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AREA ESPOSITIVAPERCORSI EDUCATIVI MARELLIANI: VOGLIO TROVARE UN SENSO
Simona Ibba La mente e il cuore dell’uomo vengono educati tramite un lento processo di crescita che non si esplica solamente nelle prime fasi dell’esistenza, ma che perdura lungo tutto il corso della vita. Le conoscenze libresche, con il passare del tempo, vengono accantonate per lasciare spazio ad uno stile di apprendimento tipicamente esperienziale, fatto di episodi concreti, vissuti pienamente, che forgiano e fortificano la personalità di ciascuno. Ad essere determinanti per la formazione umana non sono solo le esperienze vissute in prima persona, ma anche le vicissitudini di chi cammina con noi o di chi ci ha preceduto in un cammino simile al nostro. Sotto questa chiave si può leggere il valore di un percorso museale ed in particolare dell’Area Espositiva dedicata a San Giuseppe Marello. Ogni stanza dell’Area Espositiva “San Giuseppe Marello” può essere vista come un’espressione a sé stante, ma il filo conduttore che lega i vari ambienti è la vita stessa del Santo: dalla ricerca tipica dell’età giovanile, con i relativi momenti di crisi, fino alla scoperta ed alla realizzazione del proprio progetto di vita. Una vetrina, foderata con moquette di colore rosso acceso, introduce il visitatore ad esaminare gli oggetti usati dal Marello in età giovanile. Libri e appunti testimoniano la presa di coscienza dei molteplici doni ricevuti: carismi che devono essere utilizzati al meglio per la realizzazione di quanto sta a cuore e delle cose in cui si crede. La giovinezza è il periodo in cui si è animati dal desiderio di fare qualcosa di importante: il Marello come tutti i giovani era indirizzato verso una continua ricerca della verità che desse fondamento ai suoi sogni, agli ideali in cui fermamente credeva. Ogni uomo nasce con un sogno, dono del Signore, e Giuseppe Marello affermava che l’intera esistenza deve essere profusa in virtù della realizzazione di questo sogno. Per far sì che ciò in cui si crede si realizzi, è necessario un ambiente educativo positivo, capace di inculcare nelle menti dei giovani i valori che formano il carattere e sostenitore di un confronto critico con la realtà. A svolgere questo fondamentale ruolo sono per il Marello la famiglia, la scuola, il seminario: è proprio quando alcuni di questi fattori vengono a mancare che subentra la crisi, coincidente con la malattia che lo costringe a letto. Lo smarrimento, l’inquietudine sono dei passaggi obbligati verso la maturità e non sono degli elementi straordinari: è il segno della presenza di Dio che fa recuperare e comprendere la propria identità, perché, spogliati dalle vane certezze, si ha l’opportunità di crescere in Lui. Davanti ad una difficoltà esterna, come la malattia, il Marello non si arrende, ma ha la volontà di reagire. Non si pone nella posizione di uno sconfitto, ma vive la sofferenza come un nuovo e profondo strumento di crescita e di ricerca: interpreta la malattia e la relativa guarigione come un segno della Grazia divina che lo costringe a rimettere in discussione la propria vita e le proprie scelte per ritrovare la sua strada. La crisi confluisce nella scelta definitiva di rientrare in seminario e diventare sacerdote. Il modello in cui si specchia e che vuole imitare per semplicità è il suo parroco. È dunque, ancora una volta l’ambiente, visto in maniera critica e con attenzione vigile, ad essere un utile strumento educativo. Se le prime due stanze del museo, relative agli anni della scoperta e della ricerca del progetto di Santità, possono essere un utile mezzo di confronto e di riflessione per i visitatori più giovani, la stanza in cui sono raccolti gli oggetti relativi alla vita sacerdotale del Marello può essere rivolta principalmente, ma non esclusivamente, ad un pubblico adulto. L’adulto è colui che, consapevolmente, si rende partecipe del mistero dell’Amore di Dio e si mette al servizio degli altri nella Chiesa: è nel servizio, centro della missione di ogni cristiano, che si riscopre la propria vocazione. La maturità, infatti, viene raggiunta quando si esce dal proprio egoismo, in cui spesso anche inconsciamente si è confinati, per farsi dono per gli altri: in caso contrario la vita rimarrebbe incompiuta, cioè chiusa in se stessa, senza la possibilità di esprimersi o di divenire terreno fertile e strumento dell’Amore di Dio. Giuseppe Marello con la sua vita sacerdotale testimonia che la perfezione, per il cristiano, coincide con la bontà del servizio prestato: quanto più una persona è spiritualmente e intellettualmente ricca, tanto più può essere produttrice di comunione. L’Amore dunque, nasce dalla disponibilità e dall’impegno gratuito a favore del fratello perché l’Amore a Dio si concretizza nell’Amore verso il prossimo. Il servizio agli altri si interpreta anche nella capacità di rispondere ai bisogni e alle domande delle persone con cui si opera. La stanza relativa alla fondazione della Compagnia di San Giuseppe, esplica appunto questo processo: il lavoro per i giovani è visto proprio come risposta ai loro bisogni, come possibilità per far fruttificare le grandi potenzialità di ciascuno, come strumento di crescita individuale e collettiva. Una vecchia borsa e delle scarpe consumate, presenti nella stanza in cui sono esposti gli oggetti relativi a Monsignor Giuseppe Marello, sono l’emblema del suo apostolato: un vescovo per la gente e fra la gente, che, consapevole della sua alta missione, difende i valori e le persone, si cala nel concreto e si apre con attenzione, amicizia e cordialità alle problematiche dei più bisognosi. La maturità, infatti, è la capacità di camminare accanto agli altri, condividendo gli stessi valori e non perpetuandoli dall’esterno, ma promuovendoli dall’interno e testimoniandoli personalmente. Questa immagine trova compimento nel percorso pittorico che illustra l’opera degli oblati di San Giuseppe, e nell’ultima stanza, quella più caratteristica, a forma semisferica in cui è rappresentato il mondo e tutti gli ambienti in cui operano gli Oblati di San Giuseppe: il Marello, non ha preso le distanze dal mondo, ma vi è entrato dentro e lo ha interpretato per migliorarlo. Solo in questo modo si può essere positivi, costruttivi e si dà un senso autentico alla propria vita. |