|
GIUSEPPE MARELLOLA SPIRITUALITA'
San Giuseppe Il sacerdote don Giuseppe, lo sceglie come esempio «... che come il tuo è ministero di intima unione col Divino Verbo». È poi nel suo programma: «A chi desidera seguire dappresso il Divin Maestro con l'osservanza dei consigli evangelici, è aperta la Casadi San Giuseppe dove, nell'imitazione di quel Grande Modello di vita povera e nascosta, avrà modo di farsi vero discepolo di Gesù Cristo». Unione con Dio Giuseppe Marello assume il programma di san Paolo: la vostra vita sia nascosta con Cristo in Dio. «L'unione con Dio deve essere quaggiù in terra il nostro unico lavoro come noviziato di quell'unione perfetta che si consumerà in cielo. Ogni altra cosa va subordinata a questa sola». Mitezza Lo sforzo costante lo conduce a essere umile, mite, sorridente con tutti, anche nelle situazioni più incresciose, senza mai parlare di sé. Ciò manifesta nell'espressione del volto, nella delicatezza del tratto e nella carità operosa. Mite e forte, conquista tutti. Fin dal suo ingresso in Acqui tutti sono ammirati dal suo sorriso. Clero e popolo ammettono unanimi: «Abbiamo un vescovo santo!». Laboriosità Da giovane scrive: «Operosità mi occorre, operosità». Più tardi dirà parlando del lavoro apostolico: «Lavoriamo, lavoriamo tutti nel modo e con quella intensità che Dio vuole». Di una tenacia singolare, che senza mostrarsi affannosa non perde un minuto di tempo, opera con molta tranquillità e costanza. «Il rumore non fa bene, il bene non fa rumore». Volontà di Dio Suo programma di vita, fin da giovane, è «cercare e attuare la volontà di Dio, convinto che la nostra santificazione consiste nell'adempiere la volontà di Dio». Assalito dalle prove dice: «Come Maria e Giuseppe nella casetta di Nazareth stiamo abbandonati al volere di Dio in tutto ciò che Egli dispone». E al Signore si affida nella tremenda prova che minaccia la sua congregazione, per la quale offre la sua vita. Disponibilità Testimonia monsignor G. Pagella, suo vicario generale: «Non vi è angolo della diocesi dove egli non abbia lasciato con orma profonda la cara immagine e l'odore soave delle sue virtù. Non sudori, non intemperie, non disagi erano computati da lui, né valsero mai a rallentare la brama di trovarsi tra i suoi f igli. La sua carità era tanto grande che riceveva tutti e a tutte le ore. Non mi sono mai accorto che avesse un orario per le udienze». |