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GIUSEPPE MARELLODEDIZIONE
Dedizione È un'espressione diffusa nella spiritualità dell'800 e Giuseppe Marello la fa propria: «Ognuno prenda le proprie ispirazioni da San Giuseppe che fu il primo sulla terra a curare gli interessi di Gesù; ce lo custodì infante, lo protesse fanciullo, gli fu in luogo di padre nei primi trent'anni della sua vita qui in terra." Racchiude ogni opera apostolica in questa frase: «Tutti badano ai loro interessi e non a quelli di Cristo Gesù» (cf Fil 2, 21). Gioventù La cura dei giovani è una delle priorità della sua attività sacerdotale: «... povera gioventù troppo lasciata in balia di se stessa; e poi troppo calunniata o almeno duramente giudicata nelle tue leggerezze...» e si impegna a «... lavorare al miglioramento della gioventù». I catechismi in Santa Chiara sono la prefazione alle due lettere pastorali sull'educazione dei giovani e sul catechismo. Ai suoi Oblati lascia l'impegno della gioventù «in quel modo che Dio disporrà». Poveri Don Giuseppe Marello assume a suo carico un ricovero per poveri malati. Vi dedica il cuore e le sostanze familiari, non riservandosi nulla per sé. L'ex monastero di Santa Chiara diventa una fucina di carità, fondata sull'aiuto quotidiano della Provvidenza. Pur con tutte le cariche ricoperte in diocesi, sceglie di abitare all'ospizio tra i suoi poveri. Alcuni del clero commentano: «Guarda, poteva figurare in diocesi e fare chissà quale carriera, è andato a seppellirsi tra i cronici». Maria Santissima La Vergine occupa un posto insostituibile nella vita di san Giuseppe Marello. A 12 anni al santuario della Madonna della Misericordia di Savona sente la prima chiamata della vocazione e là celebrerà l'ultima sua Messa. A 19 anni, nel pieno della crisi è lei,la Consolata che, durante la malattia, "si è fatta sentire" per riavviarlo al sacerdozio. A lei affida tutto se stesso, ne propaga la devozione, dandone l'esempio con il rosario intero tutti i giorni. La venera specialmente quale IMMACOLATA e ADDOLORATA: «O Maria, noi amiamo mirarti lassù nel cielo, coronata di gloria, regina degli angeli, sovrana fra tutti gli eletti, dispensatrice di tutte le grazie! Ma quasi ci pare che quella grande distanza che da noi ti divide possa essere di ostacolo alla tua compassione verso di noi; assai più amiamo contemplarti nell'atteggiamento di Regina dei dolori ai piedi della croce di Gesù Crocifisso. Ci troviamo in una valle di lacrime e il nostro cuore affranto trova maggior conforto a riposarsi nel tuo cuore desolato, o Maria!». Amore alla Chiesa Con l'unificazione d'Italia, Giuseppe Marello impegna se stesso e i suoi compagni in favore della Chiesa. La partecipazione al concilio Vaticano I alimenta questa scelta facendolo gioire per la proclamazione di san Giuseppe Patrono della Chiesa universale e per il dogma dell'infallibilità del Papa. Da vescovo, lascia agli Oblati l'eredità di amore al Papa e alla Chiesa, con aperture missionarie: si veda la sua ultima lettera pastorale sulla diffusione della fede nel mondo. |